Coronavirus e permanenza in casa: i consigli del nostro neuropsicologo a chi soffre di disturbi del movimento

Confrontarsi con gli esperti per trovare l’approccio più indicato ad affrontare la quotidianità in un momento di inevitabile stress psicologico come quello che stiamo vivendo. È ciò che abbiamo provato a fare in quest’intervista con la Dott.ssa Francesca Mameli, neuropsicologa del nostro “Centro Parkinson”, esperta in Disordini del Movimento, concentrandoci in particolare sulle necessarie accortezze per chi già deve convivere con patologie complesse e spesso molto debilitanti come il Parkinson.

 

Qual è il disagio più grande di questi giorni per i pazienti con difficoltà motorie e per i loro caregiver?
Stress, senso di solitudine, isolamento e preoccupazione per il futuro sono gli aspetti maggiormente presenti nei pazienti in questo momento di emergenza Coronavirus. Un vissuto condiviso da molti, ma che appare amplificato nelle persone che convivono con una malattia cronica. Le necessità di supporto sono molteplici ed il distanziamento sociale a cui si è costretti rende la quotidianità molto più faticosa. In questo momento di emergenza sanitaria le preoccupazioni legate alla gestione della malattia riguardano la possibilità di accesso alle cure, la reperibilità dei farmaci, il non poter usufruire delle attività riabilitative motorie settimanali e la scarsa condivisione del proprio vissuto con altri pazienti o figure di cura di riferimento.

 

Quali attività possono aiutare pazienti e caregiver a essere più sereni durante la permanenza in casa?
Fortunatamente sul territorio milanese diverse realtà pubbliche, private e associative hanno messo in campo numerose iniziative per far fronte all’attuale situazione di emergenza. Diversi operatori del settore stanno investendo molta energia nell’ideazione e programmazione di attività “virtuali”, su piattaforme web, finalizzate ad offrire supporto ai pazienti e ai loro familiari. Le proposte sono eterogenee e vanno dal training motorio al counselling psicologico. Risulta di grande importanza riorganizzare la propria quotidianità cercando di programmare una settimana nella quale si tenga conto di svolgere attività motoria, da praticare in gruppo, attraverso le attività proposte sul web o individualmente seguendo le indicazioni dei propri curanti. Dal punto di vista prettamente psicologico stanno per essere attivate nuove iniziative, proposte dalle realtà associative in collaborazione con i professionisti sanitari, finalizzate a offrire supporto psicologico mediante l’ausilio di piattaforme web. Infine, ugualmente importante, soprattutto per coloro che sono abituati a frequentare realtà associative, è poter usufruire di spazi di condivisione con gli altri pazienti attraverso le piattaforme web, chat e telefono.
Rilevo tuttavia che la crescente digitalizzazione delle attività cliniche, sebbene rappresenti un valore aggiunto sia per gli operatori della salute, sia per i pazienti, esclude purtroppo tutta quella fetta di popolazione che ha scarsa dimestichezza con l’uso di tali strumenti.

 

Crearsi una nuova routine può essere utile o è meglio vivere le proprie giornate adattandosi alle esigenze del momento?
In questo momento riorganizzarsi una quotidianità rappresenta una sfida per ciascuno di noi, ma risulta di grande utilità programmare una nuova routine che tenga conto dei bisogni personali così come della gestione dei sintomi della malattia. Pertanto è utile riorganizzare la settimana tenendo conto di inserire attività motorie programmate dedicate alla gestione dei sintomi motori e attività che prevedano spazi di condivisione, supporto ed interazione sociale “virtuale” (web/telefono).

 

C’è una domanda che i tuoi pazienti, in questi giorni, ti pongono più frequentemente?
La domanda più frequente è se le loro paure, rispetto a un maggior rischio di contrarre il virus COVID ed eventuali complicanze, siano legittime oppure legate all’ansia. La percezione di fragilità e vulnerabilità che produce la malattia amplifica le paure di contagio con ricadute sull’ansia, l’insonnia e l’irritabilità.

 

Esistono dei numeri utili per pazienti e caregiver che in questo periodo di reclusione forzata hanno bisogno di supporto psicologico?
In linea generale, su questo tema, l’Ordine degli psicologi della Lombardia si è attivato per offrire un servizio telefonico diretto con gli psicologi dell’emergenza (per info: https://www.lopsicologotiaiuta.it/). Nel settore specifico della malattia di Parkinson le realtà associative come AMP Parkinson Lombardia, Associazione Italiana dei Giovani Parkinsoniani e Parkinson Italia stanno attualmente attivando, su piattaforme on-line, anche questo tipo di servizi. Invito pertanto le persone interessate a prendere contatti direttamente con loro.

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