Sclerosi Multipla: che ruolo ha l’alimentazione?

In occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla 2023, abbiamo intervistato la Dott.ssa Laura Ghezzi, neurologa del nostro Centro, per approfondire l’impatto della dieta sul microbioma intestinale in pazienti affetti da Sclerosi Multipla.

 

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La sclerosi multipla (SM) è una patologia demielinizzante del sistema nervoso centrale (SNC), caratterizzata da infiammazione, demielinizzazione e degenerazione neuronale. Nelle fasi iniziali di malattia la remielinizzazione segue la demielinizzazione con conseguente ripresa più o meno completa della conduzione nervosa. Tuttavia, con il progredire della malattia o nelle forme più severe, il processo di remielinizzazione è incompleto e/o fallimentare, ponendo le basi per il successivo accumulo di disabilità. La SM è una patologia multifattoriale in cui fattori ambientali e genetici concorrono allo svilupparsi della malattia. I meccanismi che regolano un’efficace remielinizzazione non sono del tutto noti. Sicuramente il persistere di uno stato infiammatorio nel SNC aumenta il rischio di recupero incompleto e di progressione di disabilità.

Le terapie attualmente approvate per la SM agiscono principalmente sull’infiammazione, aiutando a prevenire il verificarsi di episodi di demielinizzazione.

Negli ultimi decenni molta attenzione si è focalizzata sul possibile ruolo del microbioma intestinale nel modulare l’attivazione del sistema immunitario nella SM. Numerosi studi hanno indagato la composizione del microbioma intestinale in pazienti affetti da SM confrontandolo con quello di controlli sani. Ovviamente la grande variabilità interindividuale in termini di dieta ed esposizione ambientale rende difficile generalizzare i risultati dei singoli studi. Nei pazienti affetti da SM è stato più volte osservato un aumento di microorganismi considerati pro-infiammatori e una riduzione di microorganismi con effetto più modulante sul sistema immunitario. Modificare la composizione del microbioma intestinale, favorendo l’espansione di microorganismi immunoregolatori a scapito di microorganismi con effetto pro-infiammatorio, ha dimostrato una moderata efficacia nel prevenire o comunque attenuare la severità del modello animale di malattia. Esistono diversi metodi per alterare la composizione del microbioma, uno dei più semplici è la dieta.

Interventi sperimentali, caratterizzati da particolari regimi dietetici, quali il digiuno intermittente o la restrizione calorica, hanno fornito risultati promettenti in termini di perdita di peso e miglioramento del profilo metabolico nei pazienti affetti da SM. Molti di questi studi sono ancora in corso ed i risultati riguardanti l’effetto della dieta sull’andamento di malattia si avranno nei prossimi anni.

L’interesse scientifico in quest’ambito è in continuo aumento e, considerati i dati molto promettenti ottenuti sul modello preclinico, ci si aspettano grandi novità nei prossimi anni.

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